Radiografia di un intero scheletro
William James Morton, 1897, New York
La tendenza moderna a una rappresentazione sempre più neutra e oggettiva del corpo umano raggiunge il suo culmine nell’imaging diagnostico contemporaneo. La radiografia è in effetti il negativo di una fotografia a raggi X, in cui le parti del corpo trasparenti alla radiazione X sulla lastra risultano nere, mentre quelle che l’assorbono producono ombre con diverse gradazioni di grigio, fino al bianco delle ossa. Scoperti alla fine del 1895 da Wilhelm Roentgen, i raggi X coronarono il sogno di poter vedere attraverso il corpo umano ed ebbero una diffusione immediata. Solo un anno e mezzo dopo, nel 1897, William James Morton (1845-1920) realizzò a New York la prima singola radiografia dell’intero corpo di un soggetto vivente. Si trattava di una donna di circa trent’anni anni di cui, oltre allo scheletro, vennero impressi sulla lastra radiografica alcuni accessori di abbigliamento. Per generare il flusso di elettroni necessario alla produzione dei raggi X, Morton utilizzò una bobina d’induzione di 30 cm alimentata dalla rete elettrica di New York. L’esposizione radiografica durò 30 minuti, anche se con molte interruzioni dovute al surriscaldamento dell’apparato.