Jean-Antoine Houdon
(Versailles 1741 - Parigi 1828)

L’ Écorché, 1767
calco in gesso
 

Académie de France à Rome - Villa Medici

Ottenuto il Prix de Rome, Jean-Antoine Houdon soggiorna a Roma presso l’Accademia di Francia tra il 1764 e il 1768. In quell’occasione segue dei corsi d’anatomia a San Luigi dei Francesi. Nel 1766, in seguito a una commissione ricevuta per un San Giovanni Battista per la chiesa di Chartreux, realizza un modello preparatorio di un scorticato in argilla. Il successo di questo modello è immeditato e il suo uso si diffonde rapidamente. Diderot ne promuove l’importanza presso la corte di Caterina II di Russia. Lo si trova presto in tutte le accademie d’arte d’Europa. Füssli, Delacroix, Van Gogh, Cézanne l’hanno ritratto. Una versione ridotta è presente nell’atelier di Brancusi. Più recentemente è comparso nel balletto di Jean Cocteau Le Jeune Homme et la Mort e anche nel film Flesh for Frankenstein di Andy Warhol.

Contenuti speciali

L’Écorché (figura di uomo scorticato con il braccio destro allungato orizzontalmente)

di Anne L. Poulet in Jean-Antoine Houdon: Sculptor of the Enlightenment di Anne L. Poulet
con Guilhem Scherf, Ulrike D. Mathies, Christoph Frank, Claude Vandalle, Dean Walker, Monique Barbier, The National Gallery of Art, Washington, in collaborazione con University of Chicago Press, Chicago e Londra

 

La figura di Écorché è una delle prime opere di Houdon ed è anche tra le più famose e più largamente riprodotte. Inizialmente lo scultore venticinquenne realizzò la figura di un uomo scorticato a grandezza naturale come studio preparatorio per la sua statua di San Giovanni Battista, commissionata nel 1766 per la chiesa di Santa Maria degli Angeli da Don Andre Le Masson, il procuréur général francese dell’ordine dei frati Certosini a Roma. Houdon era già molto interessato allo studio dell’anatomia umana quando ricevette questa commissione. Uno dei suoi amici, l’artista tedesco Johann Christian von Mannlich, un pensionnaire in residenza all’Academie de France a Roma, ricorda nelle sue memorie: “All’alba il mio vicino e amico Houdon venne a prendermi per andare a San Luigi dei Francesi dove M. Seguir, professore di chirurgia, ci diede una lezione di anatomia su dei cadaveri pagati dal re. Eravamo gli unici che dall’accademia si erano presentati per seguire il suo corso e proprio per questo ne traemmo ancor più profitto”. Mannlich continua raccontando che Houdon stava realizzando una statua di San Giovanni Battista in quel momento e che aveva avuto “l’idea di fare il modello in creta… e di dargli prima la forma di un écorché. Usava la nostra lezione [di anatomia] e i miei disegni tutti i giorni, così da poter studiare approfonditamente il sistema muscolare. Questo lavoro aveva la totale approvazione di M. Seguir, che veniva spesso a vederlo, facendo osservazioni e critiche. Riceveva anche l’ammirazione di tutti gli artisti e dilettanti che chiedevano a Houdon di fare un calco del suo écorché prima di trasformarlo in San Giovanni ritenendo fosse la miglior statua anatomica mai realizzata”. Il fatto che l’Écorché venisse immediatamente considerato sia un’importante opera d’arte sia un utile strumento per gli studi nelle accademie d’arte venne sottolineato da Charles Natoire, direttore dell’Academie de France a Roma, in una lettera dell’inizio del 1767. La scultura divenne rapidamente un lavoro chiave nella collezione di gessi dell’accademia. Nel 1775 Vien che fu direttore dell’accademia dopo Natoire, incluse tra le regole da lui scritte per il piano di studi degli studenti: “L’anatomia verrà studiata a partire dall’analisi dell’écorché che M. Houdon ha realizzato per l’accademia”.

Già in questo lavoro giovanile sono evidenti molte delle caratteristiche dominanti dello stile maturo di Houdon. La sua fissazione per l’osservazione e la riproduzione accurata delle ossa e dei muscoli, così come la superficie esteriore del corpo umano, lo portarono nel tempo a utilizzare maschere mortuarie e calchi di volti per i suoi ritratti iper-dettagliati. Al contempo, trasformò i suoi studi di cadaveri rigidi e dissezionati in figure animate e aggraziate, dalle proporzioni classicheggianti. Questa mescolanza tra la registrazione quasi scientifica della natura e la sua astrazione e idealizzazione viene spiegata da Houdon in una lettera scritta a Ernst II di Saxe-Gotha nel 1772, allegata a un calco in gesso dell’Ecorché:

Se un abile chirurgo trovasse qualcosa di sbagliato in questo lavoro, non ne rimarrei sorpreso, nonostante tutti quelli a cui l’ho mostrato a Roma, ma anche qui, mi siano sembrati molto soddisfatti. I pochi che ho costretto a trovarvi qualcosa da criticare, convinto che non tutti vedano le stesse cose, mi hanno riferito che avrebbero voluto una determinata cosa in questa o in quell’area. Ma… Ho fatto questo lavoro per insegnare agli artisti, che è poi la ragione per cui la sua forma è stata corretta; i chirurghi, per quanto abili, non sono artisti, e gli artisti non sono chirurghi. Secondo la mia idea il chirurgo capace deve studiare seguendo la natura, per quanto questa possa essere difettosa, così da poter trattare ogni malattia. Ma noi [artisti] siamo obbligati a studiare in maniera diversa. È la natura nella sua forma più nobile, il suo stato di sanità perfetta che andiamo cercando e se non lo facciamo, non siamo altro che squallidi imitatori.

Houdon era consapevole della lunga tradizione di scultori che rappresentarono figure scuoiate e si mise consapevolmente in competizione con loro. Vi era un crescente interesse per lo studio dell’anatomia tra gli artisti a Parigi negli anni 50 del 700. M. Sue, un professore associato di anatomia e un’influenza centrale su questa moda, iniziò a tenere un corso per artisti nel 1755. Gli scultori Jean-Baptiste Pigalle e Guillaume Coustou erano tra i suoi studenti. Houdon aveva anche certamente visto le illustrazioni di écorché firmate da Edme Bouchardon e incise da Jacques-Gabriel Huquier per L'Anatomie nécessaire pour l’usage du dessein, pubblicato per la prima volta nel 1741.
Osservando l’Écorché oggi risulta evidente che Houdon stava pianificando di realizzare la statua di San Giovanni Battista in marmo, poiché vi incluse un tronco di legno con lo scopo supportare il peso della figura qualora questa fosse stata di marmo o di pietra. A seguito dell’accoglienza entusiastica della scultura da parte dei suoi professori e colleghi, colse invece l’opportunità di duplicare e vendere il suo Ecorché, iniziando dall’Academie de France a Roma. Una volta tornato a Parigi, dove ne continuò la commercializzazione, eliminò il tronco di legno, poiché non era necessario a supportare la figura quando questa era realizzata in materiali più leggeri come il gesso o il bronzo.

L’Écorché è un esempio precoce del temperamento individualista e imprenditoriale di Houdon. In una lettera non pubblicata del 13 febbraio 1776 lo scultore scrisse orgogliosamente dell’entusiasmo con cui venne accolto questo lavoro giovanile. Le motivazioni che lo spinsero alla sua promozione sembrano essere in parte didattiche, poiché era convinto che la sua scultura fosse una figura ideale per permettere agli studenti di arte e medicina di studiare anatomia, un’idea confermata dalla sua continuata popolarità. Si rese anche conto che la riproduzione della scultura in gesso avrebbe migliorato la sua reputazione e gli avrebbe portato guadagni economici. Proseguì nella pratica di produrre e vendere calchi in gesso delle sue sculture per tutta la sua carriera. Nell’elenco degli oggetti venduti dopo la morte di Houdon nel 1828 (si veda Related Works) si trova anche lo stampo in gesso di questo grande Ecorché. Nel catalogo viene specificato che l’acquisizione dello stampo avrebbe trasferito la proprietà della figura al suo compratore. Di conseguenza l’opera continuò ad essere riprodotta anche dopo la morte di Houdon.



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